I Protagonisti
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Lorenzo Noè
Architetto e docente
Ho quasi sessant’anni e godo di un’ottima salute, tanto che riesco a fare con il mio corpo tutto ciò che desidero e la mia relazione con il mondo non è cambiata molto da quando avevo vent’anni; perciò non ho mai pensato alle abilità come a una dimensione che si modifica nel corso della vita.
Occuparmi del progetto Domea mi ha aperto una diversa prospettiva, insegnandomi che, se vivrò sufficientemente a lungo, la mia vita si trasformerà, anche profondamente. E ho imparato due cose: che la vecchiaia non è una soglia anagrafica, ma il periodo nel quale si perdono alcune abilità e che costruire un ambiente amichevole per il maggior numero di persone è una questione che riguarda tutti, a partire da me come progettista e come individuo.
Si tratta di una piccola rivoluzione copernicana. Fino a pochi anni fa si adattavano gli ambienti e gli oggetti per renderli accessibili a tutti e si progettavano oggetti e dispositivi per chi ha abilità specifiche. Oggi si progettano oggetti e ambienti che possono essere utilizzati da tutte le persone, perché sono flessibili, semplici, comunicativi e si possono usare senza fatica.
Più che sulle parole mi soffermerei sugli atteggiamenti. Abbiamo proposto alle persone che abiteranno Domea il ruolo di committenti veri e propri, restituendo loro quel potere di scelta sui propri ambienti di vita che raramente gli viene riconosciuto. Poi, come facciamo con ogni committente, abbiamo stabilito regole del gioco inclusive ed efficaci allo stesso tempo. Ai futuri abitanti l’espressione di desideri e necessità, a noi l’ascolto, l’interpretazione e la traduzione in termini di spazi, colori ed oggetti. Incontri successivi, ci hanno premesso di stabilire un dialogo dove tutti, committenti e progettisti, si sono espressi liberamente e in maniera soddisfacente.
Domea ha già reso felici noi progettisti e i futuri abitanti. Ci siamo molto divertiti.