I Protagonisti
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Valentina Doratiotto
Coordinatrice Servizi Fragilità di Insieme per il Sociale.
Il cohousing è un modello abitativo molto diffuso, a partire dagli anni 60, in nord America e in nord Europa.
Le soluzioni di cohousing definiscono un nuovo modo di vivere l’abitare in risposta alle attuali e future necessità ambientali, sociali ed economiche del nostro tempo, sono progetti abitativi caratterizzati da una forte integrazione sociale e basati sul supporto reciproco, condividendone spazi comuni e servizi.
Negli ultimi anni tale tipologia di struttura si sta sviluppando anche in Italia, collocandosi accanto ai servizi residenziali standardizzati (RSA, RSD) a favore di anziani e disabili, ponendosi a metà strada tra il permanere a domicilio della persona e la scelta di inserimento in una struttura residenziale in maniera definitiva.
Per le persone anziane autosufficienti o parzialmente autosufficienti, sole, con bassi bisogni di assistenza e con una buona autonomia, il cohousing si pone come alternativa valida alla struttura residenziale, dove l’impronta sanitaria è preponderante. Il punto di partenza è l’autonomia, stimolando la persona anziana a mantenere tutte quelle attività quotidiane in cui si è sempre riconosciuto.
All’interno dell’ambito dell’Assistenza alle persone con disabilità, questo concetto introduce una nuova concezione di vita, inteso come una convivenza tra persone adulte già inserite nel mondo del lavoro e autonome, come un nuovo stile di vita per le famiglie con componenti disabili che mettono insieme le forze per una quotidianità più sostenibile.
Il cohousing permette di raggiungere gradualmente l’autonomia, di condividere spazi comuni con persone diverse dai familiari, di sperimentare un necessario processo di adultizzazione, di trarre stimoli ed esempi dai propri coinquilini e di scoprire la propria autodeterminazione.
Per dare una risposta ai bisogni della collettività, l’Ambito di Cinisello Balsamo ha deciso, anche grazie al PNRR, di istituire sul proprio territorio delle soluzioni di coabitazione sia per anziani sia per disabili, vista la crescita esponenziale negli ultimi anni di anziani soli che hanno un grado di autonomia sufficiente in contrasto alla solitudine e per sostenere il tema del dopo di noi per le persone con disabilità, che attraverso la separazione dal nucleo famigliare, hanno la possibilità di emanciparsi, sviluppando le abilità utili a creare consapevolezza, autodeterminazione, autostima e maggiori autonomie nell’ambito del contesto sociale.
Il progetto di vita della persona fragile è uno strumento che regola ed orienta i soggetti coinvolti e di tutte le risorse disponibili.
Domea, supportato dall’Agenzia per la vita indipendente (AVI) presente sul territorio dell’Ambito di Cinisello Balsamo, ha il compito di contribuire e sostenere la redazione del progetto di vita della persona e del relativo budget. Si vuole creare uno spazio fisico e relazionale all’interno del quale la persona può e deve trovare il confronto e i sostegni necessari per poter elaborare, esprimere e definire i propri desideri, preferenze e mete come fondamento del proprio progetto di vita.
L’integrazione sociosanitaria rappresenta la conditio sine qua non per la realizzazione delle attività definite nel progetto di vita; pertanto, sia le prestazioni integrate sia l’integrazione istituzionale tra diverse competenze pubbliche e l’utilizzo delle risorse private della persona, sono in grado di sostenere e rendere possibile l’avvio di interventi e di attività di un welfare comunitario al cui centro risiedono le aspettative, i bisogni e le esigenze delle persone con disabilità.
Per sua stessa natura, uno strumento ed un progetto non può che risultare funzionale ad individuare percorsi e soluzioni anche alternative alla tradizionale istituzionalizzazione delle persone con disabilità: è un atto di pianificazione che si articola nel tempo e sulla cui base le Istituzioni, la persona, la famiglia e la stessa Comunità territoriale possono/devono cercare di creare le condizioni affinché gli interventi, i servizi e le azioni indicate si possano effettivamente compiere.
Certamente, questa forma di assistenza rispetto alle tradizionali porta con se alla base azioni partecipative, collaborative della persona finalizzati al raggiungimento degli obiettivi personali in un contesto di vita inclusiva nella comunità, di riconoscimento e rispetto del diritto di piena cittadinanza, in un clima sociale e relazionale positivo, sostenendo e facilitando conoscenza e competenza e attribuendo ruolo, valore e funzione sociale alla persona.
Costruire progetti individuali, in quest’ottica, significa quindi prendere in considerazione tutte le variabili individuali ed ambientali che concorrono alla qualità di vita della persona nel rispetto dei suoi diritti umani e con attenzione ad individuare e “risolvere” ostacoli, barriere e discriminazioni, programmare, insieme alla persona stessa, obiettivi e sostegni necessari e di valore e monitorare gli esiti personali, relativi al proprio benessere fisico, materiale, emozionale, all’autodeterminazione, al proprio sviluppo personale, anche in termini di relazioni interpersonali, inclusione sociale ed empowerment. L’ascolto e la coprogettazione sono due azioni fondamentali dietro la costruzione del cohousing pensato in Domea.
L’Ambito di Cinisello Balsamo da anni si pone la continua attenzione di sostenere e accompagnare le persone con disabilità a godere della stessa possibilità degli altri cittadini di realizzarsi emancipandosi, anche con eventi di sensibilizzazione rivolta alla cittadinanza. Sicuramente la costruzione nel territorio di Cinisello Balsamo di forme di coabitazione di persone con disabilità è una svolta culturale che vuole superare l’ottica della standardizzazione delle strutture e favorire la inclusione delle persone con disabilità nel proprio contesto sociale e culturale.
Domea è indubbiamente una sfida professionale, che mi fa mettere in gioco, ma anche in discussione, vista la grossa responsabilità che abbiamo. Con Domea la persona decide vivere in cohousing e il progetto dà la possibilità alle persone di sperimentare sé stessi e vedere, toccare con mano le proprie capacità per potersi vedere separati dalla propria famiglia, mettendo le persone nelle condizioni di poter vivere fuori dal contesto famigliare, capaci e competenti, ma questo mette noi professionisti sotto una lente d’ingrandimento, dobbiamo essere capaci di dare alle persone i giusti sostegni, per sviluppare le loro potenzialità e dare loro l’opportunità di sviluppare le abilità utili a creare consapevolezza, autodeterminazione, autostima e maggiori autonomie per dar loro la possibilità di vivere in tali contesti.