I Protagonisti

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Roberto Ravizza

Futuro abitante di Casa Arcipelago

Sono Roberto Ravizza, lavoro e faccio palestra. Mi piace stare a contatto con le persone. All’inizio ero molto timido, non parlavo con nessuno. Poi, andando in palestra e al lavoro, mi sono aperto.

Lavoro al “Brico Io” di Cologno, carico e scarico la merce, la metto a posto e servo i clienti… con i clienti ci vuole tanta pazienza!

Suono la chitarra e la porterò nella nuova casa anche per suonare per gli altri. Mi piace molto Elvis e ho dei suoi quadri che mi porterò dietro.

La cosa che penso di questo progetto è che è una bella cosa. È giusto che anche le persone come noi che hanno problematiche imparino a cavarsela da sole come le persone normali. È giusto che anche le persone disabili abbiano la possibilità di fare quello che fanno tutti gli altri.

Spero che altre persone, vedendo questo progetto, facciano la stessa cosa. Penso che possa essere di ispirazione per quella gente che non ha niente nella vita, è triste e malinconica, magari dà loro una spinta in più.

É un passo importante per me, devo imparare a cavarmela da solo e a gestire la mia vita. Per la prima volta, andrò via da mia madre e andrò a vivere da solo. Non sarà facile, ma ce la devo fare e basta.

A mia mamma credo che da una parte dispaccia, ma quando un domani lei non ci sarà più, io cosa faccio? É giusto che impari ad andare con le mie gambe, un domani saprò gestire la mia vita da solo. Se anche troverò una compagna, vedendo che so fare le cose da solo, penserà che sono in gamba.

All’inizio sarà difficile vivere da solo, ma è come andare in palestra: fai gli esercizi e ti alleni. Se vuoi fare una cosa, ci devi mettere il massimo impegno per ottenere i risultati.

Di sicuro inviterò mio zio e mia mamma nella casa nuova a prendere il caffè, così almeno vedono dove abito.

Adesso la casa è quasi pronta, c’è già anche la cucina. Vedendola arredata è tutta un’altra cosa.

Con Stefano sarà una sorpresa, ma sicuramente andremo d’accordo. La cosa più importante è trovarsi bene con l’altro inquilino. All’inizio sarà difficoltoso, ma poi ci conosceremo di più e ci verremo incontro. Ognuno di noi ha le sue abitudini, bisogna trovare una via di mezzo, un punto di incontro. Per esempio, io lavoro su turni e anche Stefano, quindi ci dovremo organizzare. Avremo massima libertà, ognuno nella sua vita è libero di fare ciò che vuole. Magari potremo fare dei foglietti per scrivere i nostri orari… così magari di Domenica ci mettiamo d’accordo per riuscire ad incrociarci!

Lavorano per noi, per le persone disabili ed è importante che continuino a renderci partecipi e protagonisti di questo progetto.